Le edicole votive. La segnaletica simbolica di Forio

Parlare di “tradizioni”, “radici” e “spirito” di una comunità non è mai semplice. Il pericolo che si corre, infatti, è quello di piegarsi a una narrazione arbitraria che trascura molti aspetti che invece meriterebbero di essere approfonditi. Talvolta però capita che il numero di “prove” a sostegno di una tesi siano talmente tante da andare, per così dire, sul sicuro. Come nel caso del diffuso sentimento di fede che anima gli ischitani in generale, e i foriani in particolar modo.

Già l’elevato numero di chiese su un territorio di appena 46 chilometri quadrati costituisce un solido indizio a riguardo. Indizio a cui vanno aggiunti altri segni devozionali ben visibili lungo le strade, i vicoli e gli incroci dei sei comuni dell’isola. Stiamo parlando delle cappelle, edicole e maioliche votive che – come già accennato – a Forio contribuiscono in maniera determinante alla “sacralizzazione del territorio”.

Qualcuno ha definito questi segni devozionali una forma ante litteram di “street art”. Altri, invece, hanno parlato di vero e proprio “reticolato simbolico”, una sorta di toponomastica informale in cui sacro e profano si tengono insieme. La cappella di Sant’Antonio Abate in via Piellero è emblematica in tal senso. Costruita nel 1905 dai “ciucciai”, maestranze un tempo assai diffuse sull’isola, la cappella sorge all’incrocio del sentiero che porta al borgo contadino di Santa Maria al Monte, e soprattutto – sorge – in prossimità di una sorgente d’acqua utilizzata come abbeveratoio per gli animali.

Tuttavia, pur trattandosi sempre di religiosità popolare, la cappella, come pure le ceramiche che ornano il sagrato del Soccorso e le edicole votive lungo la strada che porta alla chiesa di San Francesco di Paola, possono essere considerate forme devozionali più colte rispetto ad altre, invece, schiettamente popolari, espressione di una religiosità “privata” che trova spazio sui portoni d’ingresso delle abitazioni e in prossimità dei mille incroci che disegnano i vicoli del centro storico di Forio.

Il consiglio, perciò, è quello di camminare senza fretta per la parte antica del paese, lasciandosi guidare dalla “segnaletica simbolica” delle edicole votive, traccia profonda del “genius loci” di un’isola, Ischia, dove il cristianesimo è tuttora assai radicato tra la gente. E per accorgersene, oltre a quanto sinora detto, basta recarsi il 17 gennaio in prossimità della cappella di Sant’Antonio Abate. Una processione colorata e rumorosa di persone si reca al cospetto del santo per assistere alla messa e partecipare alla benedizione degli animali domestici. Da non perdere!

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